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L’ISS – Istituto Superiore di Sanità – definisce infatti lo stress come «la risposta psicologica e fisiologica che l’organismo mette in atto nei confronti di compiti, difficoltà o eventi della vita valutati come eccessivi o pericolosi. La sensazione che si prova in una situazione di stress è di essere di fronte ad una forte pressione mentale ed emotiva.»
A volte, quindi, la situazione potrebbe non essere oggettivamente stressante, può dipendere da come viene vissuta individualmente.
La percezione di un evento stressante, infatti, è diversa da persona a persona: ad esempio, se una persona ha tendenzialmente una visione pessimista e rigida vivrebbe le medesime situazioni in modo più negativo rispetto ad una persona con una visione più flessibile e ottimista.
Pensiamo al caso di un ritardo del medico per una visita programmata, una persona può reagire con rabbia e agitazione, mentre un’altra può adattarsi alla situazione approfittandone per leggere un libro o telefonare ad un amico.
Vero è che, a prescindere dalle risposte individuali, ci sono stimoli esterni che oggettivamente determinano incertezza o che non si è in grado di affrontare, fra questi annoveriamo ad esempio alcuni eventi della vita sia piacevoli che non, come:
A volte anche semplicemente incontrare persone nuove può rappresentare una fonte di stress.
Di fronte a queste situazioni, indipendentemente dalla volontà della persona, il sistema nervoso si attiva in tempi molto rapidi rilasciando alcune specifiche sostanze che sono gli ormoni dello stress: adrenalina, noradrenalina e cortisolo.
In questi casi si parla di stress positivo, proprio perché queste sostanze sono coinvolte nelle modifiche fisiche e del comportamento che mettono l’organismo nelle condizioni di affrontare e superare la situazione contingente avvertita come fonte di stress: ad esempio, aiutano a concentrarsi per un esame, danno la carica per affrontare una gara sportiva o l’inizio di un nuovo lavoro.
Quando però questo stato perdura nel tempo, diventa fonte di risposte eccessive che influiscono negativamente sulla persona e bloccano la capacità di affrontare la situazione; si parla in questo caso di stress negativo.
Lo stress negativo tende ad attivare, in particolare, alcune aree del sistema nervoso e viene vissuto con molta agitazione. Al contrario, le situazioni di stress positivo, come una promozione sul lavoro, attivano i sistemi di recupero energetico e di rilassamento psicofisico, stimolano il rilascio di serotonina, ossitocina, endorfine e conferiscono maggiore capacità di risposta alle condizioni stressanti.
Di fronte ad una situazione di stress acuto come può essere la paura di affrontare un esame o un colloquio, o la paura di prendere l’aereo, l’organismo risponde in tempi rapidissimi, ma generalmente si verifica una volta ogni tanto e per un periodo di tempo limitato generando un’agitazione che a volte può essere stimolante proprio per affrontare un impegno che richiede tutta la nostra concentrazione.
Tuttavia, una condizione di stress vissuta come acuta e che si protrae nel tempo può generare disagi emotivi, agitazione e preoccupazione. Le varie tecniche di rilassamento possono essere di aiuto, ma non sempre sono sufficienti a fronteggiare una situazione stressante a breve termine, con il timore di farci sopraffare dalla situazione senza riuscire a performare nell’affrontarla.
Picchi di stress e tensione emotiva nell’adulto sono spesso associati all’ambito lavorativo, specie se impegnativo e ricco di target da raggiungere; ma lo sono in eguale misura per le persone che vivono momenti di fragilità, come ad esempio per la perdita del lavoro, e sono piuttosto comuni nelle donne, accentuandosi soprattutto nel periodo della menopausa per l’effetto del disequilibrio ormonale e delle vampate che provocano anch’esse disagio e agitazione.
Per gestire i picchi di stress e tensione emotiva durante la giornata sarebbe ideale poter ricorrere ad un aiuto al bisogno quando serve e magari anche tutti i giorni per un certo periodo di tempo.
Le piante rilassanti possono essere un valido supporto in tutti questi casi, ma bisogna ricordare che devono la loro azione all’assorbimento dei loro fitocomplessi; a livello intestinale, questo processo richiede tempo, mentre a livello sublinguale la veicolazione delle sostanze attive è molto più rapida, rendendole disponibili quando serve.
La via di assorbimento sublinguale, tuttavia, non va bene per tutti i fitocomplessi, è importante quindi avere certezza di utilizzare piante i cui estratti contengano attivi che possono essere assorbiti sotto la lingua.
È questo il caso dei componenti bioattivi dell’estratto della corteccia Magnolia, quali i lignani dal nome Magnololo e Honokiolo1. In particolare, l’Honokiolo è oggetto di studi per la ricerca delle sue interazioni con recettori dell’Acido Gamma-Amino-Butirrico (GABA), noti come i recettori del rilassamento, che, se attivati, aiutano a tenere a bada gli stati di agitazione senza indurre sonnolenza o ridurre le capacità cognitive.
Originaria dei Paesi asiatici, ma molto diffusa anche in Europa, la Magnolia è una pianta utilizzata da secoli nella tradizione orientale. Si distingue per la corteccia molto aromatica, le grandi foglie e i fiori particolarmente belli dal color bianco-crema.
Anche il fitocomplesso della Melissa (Melissa officinalis L.) viene assorbito facilmente per via sublinguale ed è identificato da un componente specifico che si chiama acido rosmarinico, la cui titolazione nell’estratto, è sinonimo di buona qualità della materia prima.
La Melissa viene tradizionalmente impiegata come rilassante nelle situazioni di agitazione, il suo effetto si riflette in una calma ritrovata e benessere mentale, tanto da essere stata utilizzata in studi clinici sugli stati di agitazione2 rendendola utile nella gestione dell’umore e nel favorire il benessere mentale3.
Infine, dal momento che molti studi si stanno concentrando sui fattori fisiologici che sottendono le situazioni di stress e agitazione, si sa di certo che l’Acido Gamma-Amino-Butirrico (GABA) è il principale neurotrasmettitore conosciuto per controbilanciare l’azione eccitatoria del glutammato a livello del sistema nervoso centrale.
In questo senso, il GABA agisce legandosi ai recettori del GABA che a loro volta inducono una serie di risposte a livello del sistema nervoso4. Proprio su questi aspetti le recenti ricerche si sono poi focalizzate per individuare specie vegetali che potrebbero ampliare la possibilità di coadiuvare l’attività rilassante in modo più specifico.
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